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Asfalto a prova di caduta per i ciclisti, Imola lancia la sfida

Il Comune ha avviato la sperimentazione di un materiale sostenibile anti-trauma frutto della ricerca del Dicam dell’università di Bologna
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ROMA – Una nuova pavimentazione in grado di assorbire gli impatti di eventuali cadute di ciclisti e pedoni, riducendo notevolmente il rischio di lesioni alla testa e alle altre parti del corpo. E questa la soluzione, costituita da uno strato di pochi centimetri di materiale sostenibile, che il Comune di Imola sta sperimentando su un breve tratto stradale. Il materiale adottato, che potrebbe rivelarsi una vera “manna” per le piste ciclabili e non solo, è stato realizzato attraverso una ricerca del Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell’università di Bologna.

La ricerca, sviluppata grazie ai fondi europei del progetto Marie Curie Saferup, e all’impegno di Area Blu, della  Easy Lock e di alcune aziende dell’imolese, ha portato così alla realizzazione del tratto sperimentale. “Il materiale rende la pavimentazione più sicura di un tradizionale asfalto in quanto grazie a soli 4 cm di spessore di posa, sposta da 20 cm ad oltre 1 m l’altezza critica di caduta, ossia il limite oltre il quale una caduta accidentale può trasformarsi in un incidente con gravi conseguenze fisiche – spiega Cesare Sangiorgi del Dicam Uni-Bo – Ciò a tutto vantaggio della salute dei cittadini e della fruibilità dei percorsi pedonali e ciclabili. La componente principale dello strato superficiale in via di sviluppo presso l’università è un granulato di riciclo ottenuto da pneumatici dismessi che, anziché essere utilizzato come combustibile per la produzione di energia, perdendo quindi tutte le sue caratteristiche e peculiarità, viene impiegato nel materiale sperimentale, rigenerando pertanto le sue proprietà elastiche”.

Il ciclo virtuale prosegue poi con produzione e posa a freddo del conglomerato contenente oltre alla gomma anche fresato d’asfalto. Un procedimento che permette di ridurre i consumi di energia e le emissioni in impianto e in cantiere e, allo stesso tempo, offre una seconda vita a materiali altrimenti destinati alla discarica.

E non è finita perché lo strato anti-trauma è stato posato con un’innovativa macchina finitrice 100% elettrica prodotta a Conselice dalla CM, che, per la prima volta in Italia, ha contribuito alla riduzione dell’impatto ambientale relativo alla posa, per le emissioni gassose e acustiche, senza dimenticare l’inserimento degli aggregati luminescenti per le segnalazioni in grado di assorbire energia dalla luce del sole e restituirla nelle ore di buio. Insomma, il frutto della collaborazione tra enti pubblici di ricerca e aziende private del territorio ha portato dal laboratorio alla strada questa tecnologia innovativa che potrebbe dar vita a un network in grado di estenderne l’utilizzo in Italia e all’estero.